Visma|Lease a Bike, Wout Van Aert si prepara ad una primavera di sfide con Van der Poel: “Mathieu è un atleta fenomenale, è normale che perda spesso contro di lui, ma mi piace la nostra rivalità”

Wout van Aert riflette sulla stagione appena cominciata e si prepara ai grandi obiettivi del 2025. In occasione del debutto stagionale alla Clasica Jaen, il belga della Visma|Lease a Bike ha concesso una lunga intervista al portale spagnolo Relevo, andando a toccare gli argomenti più disparati, a cominciare dall’incidente alla Vuelta a España dell’anno scorso, passando per quelli che sono i piani per il suo 2025 fino ad arrivare a parlare di quello che sarà il suo futuro nel momento in cui deciderà di salutare definitivamente il gruppo. Il fuoriclasse di Herentals, inoltre, ha raccontato anche il suo punto di vista su quella che è la rivalità che ha caratterizzato la sua carriera sin dai tempi delle categorie giovanili nel ciclocross, ossia quella con Mathieu Van der Poel.
Il classe 1994 inizia raccontando le conseguenze, fisiche e psicologiche, della sua caduta alla Vuelta, avvenuta proprio quando finalmente sembrava essere ritornato ai suoi livelli: “All’inizio sembrava non ci fossero fratture nel ginocchio e quindi ero convinto che sarebbe stato un problema facilmente risolvibile, ma alla fine si è rivelato tutto più complicato del previsto. La verità è che (dopo l’incidente all’Attraverso le Fiandre di aprile, ndr) non volevo ricominciare una nuova riabilitazione. Avevo già affrontato tutto una volta ed è stato difficile. Ad ottobre però ho cominciato a sentirmi meglio e tutto è migliorato. Il momento più difficile? Intorno a metà ottobre ho avuto un giorno in cui dopo essermi allenato e aver fatto riabilitazione il mio ginocchio si è gonfiato a tal punto che sono dovuto correre in ospedale. Quando sono arrivato mi hanno aspirato i fluidi dal ginocchio e sono di nuovo dovuto rimanere fermo per qualche giorno. Erano passate sei settimane dall’incidente ed ero di nuovo al punto di partenza“.
La sfortunata stagione 2024 di Van Aert, costretto a saltare tutte le grandi classiche di primavera, ha inoltre ulteriormente aumentato il gap tra il belga e il suo grande rivale Mathieu Van der Poel per quello che riguarda i successi nelle Monumento, con l’olandese che ha conquistato Fiandre e Roubaix e che, ad oggi, è in vantaggio 6 a 1 nella sfida delle Monumento conquistate. Proprio la mancanza di successi nelle classiche più importanti del calendario internazionale è considerata da molti la macchia nel curriculum di Van Aert, che però ha un punto di vista completamente diverso sull’argomento: “Chi è in grado di vincere diverse Monumento lo fa perché è un corridore estremamente talentuoso, ma io credo che per giudicare la qualità di un atleta serva considerare diversi fattori. Io ho vinto una Monumento, non ‘solo’ una. Nel gruppo ci sono un sacco di altri corridori ad alto livello che hanno i miei stessi obiettivi ma io ci sono andato spesso vicino e questo è quello che mi motiva ad andare avanti”.
“La sfida con Van der Poel non mi infastidisce – prosegue poi il belga – Devo ammettere che qualche anno fa era difficile per me perché non riuscivo a capire come affrontarlo. Oggi non è più così. Mathieu è un atleta fenomenale ed è normale che io perda spesso contro di lui. Quello che sto imparando ad apprezzare sempre di più è che spesso sono io quello che gli arriva più vicino e che gli offre più competizione, quindi credo che la nostra sia una bellissima rivalità. In quanto rivali, però, non abbiamo una relazione stretta e non abbiamo mai passato tempo insieme lontano dalle corse. Magari lo faremo un giorno quando saremo entrambi ritirati”.
Alla domanda diretta sulle sue possibilità di sconfiggere il suo rivale (e Tadej Pogacar) al Giro delle Fiandre, però, Van Aert risponde con fiducia e con la consapevolezza di poter essere della partita: “La prima cosa è riuscire ad arrivare al Fiandre con la condizione che avevo lo scorso anno quando sono caduto alla Attraverso le Fiandre. Sono ancora oggi convinto che quella fosse l’occasione in cui ero più pronto. Un’altra cosa da considerare è che ormai sono arrivato ad un’età in cui posso esprimere tutto il mio potenziale, non devo più attendere nulla. Il Giro delle Fiandre è una corsa durissima e bisogna essere anche ben posizionati tatticamente durante tutta la gara. Per me credo che sia più facile fare bene se partecipa anche Tadej Pogacar perché si alzano le possibilità che il finale sia estremamente duro. Se dovessi avere le gambe per riuscire a seguirlo si aprirebbe uno scenario totalmente nuovo nel finale”.
Proprio lo sloveno sarà inoltre il principale avversario del capitano della Visma, Jonas Vingegaard, che avrà il difficilissimo compito di riuscire a sconfiggerlo al Tour dopo il dominio messo in mostra dal 26enne nel corso della passate edizione: “Credo che Jonas possa batterlo – afferma un fiducioso Van Aert – È evidente che Tadej lo scorso anno abbia fatto un passo in avanti incredibile, ha vissuto una stagione tra le più dominanti della storia, ma come tutti sanno noi, come squadra, abbiamo vissuto un anno difficile. La fortuna non è stata dalla nostra parte e abbiamo avuto un sacco di incidenti, specialmente quello di Jonas che lo ha costretto a presentarsi al Tour senza la migliore condizione. Sono curioso di vedere come andrà la sfida tra i due con Jonas al meglio, credo che sia un po’ il sogno di ogni appassionato di ciclismo ed è l’obiettivo verso cui stiamo lavorando come squadra”.
In conclusione, il 30enne fiammingo lascia ancora aperto uno spiraglio per quello che riguarda la sua partecipazione ai Mondiali in Rwanda, rimandando la decisione a dopo la Grande Boucle, e poi guarda anche al futuro più remoto, quando deciderà di smettere con la carriera da corridore: “Il ciclismo è la mia vita. È stata la mia passione sin da quando avevo 8 anni. Credo che da un certo punto di vista mi piacerebbe rimanere collegato a questo sport, ma allo stesso tempo non mi vedo legato ad una squadra o con un ruolo da direttore sportivo dato che sono ruoli in cui si viaggia molto. Credo che dipenderà tutto da quello che mi passerà per la testa una volta che ho smesso. È anche possibile che decida di recuperare quelle giornate in cui non sono stato un buon papà e sono stato lontano da casa. Forse la cosa per la quale sono più eccitato è l’idea di iniziare un progetto con mia moglie, sarebbe un sogno per entrambi”.
Tutto il sito al 50% per i saldi di Ekoï! |
Prova i Saldi di Alltricks: Fino al 40% di sconto su migliaia di prodotti per la bici |
Ascolta SpazioTalk! |
Ci trovi anche sulle migliori piattaforme di streaming ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |